
Il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha elaborato il rapporto “I numeri dell’ingegneria negli scenari in cambiamento”, dal quale emerge che il mercato dei servizi di ingegneria e architettura (Sia), dopo la forte crescita degli ultimi anni, nel 2024 ha fatto registrare un calo significativo.
Secondo i dati elaborati dal CNI, le stazioni appaltanti hanno pubblicato, nell’anno scorso, bandi di gara per servizi di ingegneria e architettura per un ammontare complessivo di circa 1,4 miliardi di euro, il 18,4% in meno rispetto al 2023, un valore allineato con quelli degli anni pre-pandemia.
Sebbene il peso delle gare PNRR si sia mantenuto costante rispetto al 2023 (circa il 13%), nel 2024 – rileva il CNI – sono nettamente calati gli importi destinati ai Sia, considerando tutte le tipologie di gara, a conferma di una inversione di tendenza.
Aggiungendo anche gli importi destinati ai soli servizi di ingegneria nelle gare di appalto integrato, l’ammontare complessivo delle somme poste a base d’asta è passato da 2,6 miliardi di euro del 2023 a 1,6 miliardi nel 2024. Dei 1,6 miliardi posti a base d’asta, una parte molto consistente (43,6%) viene offerta mediante la stipula di un accordo quadro, mentre una quota analoga è destinata ai servizi di ingegneria tipici (43,8%). Un ulteriore 12,4% degli importi è attribuito ai servizi di ingegneria nei bandi per gli appalti integrati.
Limitando l’osservazione alle sole gare per servizi di ingegneria “tipici” (escludendo dunque accordi quadro, bandi con esecuzione dei lavori, concorsi di idee e progettazione, bandi per servizi ICT), l’importo complessivo a base d’asta loro destinato diminuisce del 27,3 % rispetto al 2023, passando da 965 milioni di euro a 701 milioni di euro del 2024: un calo pari a 264 milioni di euro.
Circa la metà dei bandi di gara di ingegneria e architettura tipici (senza esecuzione) presenta un importo a base d’asta inferiore a 140.000 euro (il 49%), che in base alla normativa vigente potrebbero essere affidati senza procedura. Per i bandi con importo a base d’asta superiore a 215.000 euro, la percentuale scende al 44,1% (nel 2023 era del 53,5%), mentre il 6,8% dei bandi pubblicati presenta un importo compreso tra 140.000 e 215.000 euro.
Quanto alle gare in cui è prevista l’esecuzione dei lavori, nel 2024 sono stati rilevati 535 bandi per appalto integrato per un valore complessivo (includendo l’esecuzione delle opere) pari a 4,4 miliardi di euro, di cui circa 200milioni destinati ai soli servizi di ingegneria, valore nettamente in calo rispetto al 2023.
In base ai dati elaborati dal Centro Studi CNI, nel 2024 i liberi professionisti nelle loro diverse tipologie lavorative (liberi professionisti singoli, studi associati, società di professionisti, ATI/RTI tra solo professionisti), fanno sempre più fatica ad aggiudicarsi le gare d’appalto: risulta infatti in discesa sia la quota di gare aggiudicate (dal 42% del 2023 al 33,4% nel 2024), sia la quota degli importi aggiudicati (dall’11,4% al 6,6%).
Campo libero per le società (Spa, Srl, RTI/ATI tra società) che si aggiudicano il 50,1% delle gare d’appalto per servizi di ingegneria e architettura e il 71,7 % degli importi a base d’asta. Lo scenario, dal punto di vista dei professionisti, risulta ormai preoccupante, lamenta infine il CNI. Sebbene, infatti, si siano aggiudicati il 55,5% delle gare per servizi di ingegneria con importo a base d’asta inferiore a 140.000 euro e il 52,4% degli importi, si assiste ad una flessione di oltre il 10% rispetto al 2023.
Limitandosi alla fascia tra 140.000 e 215.000 euro, le corrispondenti quote scendono al 14,6% delle gare e al 15,9% degli importi. Le gare con importo superiore a 215.000 euro, vedono protagoniste le società e il ruolo dei liberi professionisti è quasi inesistente, risultando pari rispettivamente all’3,1% delle gare ed appena il 0,8% degli importi. In preoccupante calo anche l’importo medio di aggiudicazione nelle gare affidate ai liberi professionisti che scende a 51.700 euro, dopo cinque anni di costante crescita che aveva portato l’importo medio a sfiorare i 78mila euro.
Infine, anche i dati del 2024 confermano il trend in discesa per il valore medio dei ribassi di aggiudicazione in atto dal 2020: si raggiunge il 21,5%. In rialzo, invece, il ribasso massimo, che arriva a sfiorare il 90%.