Galletti quest’anno festeggia i 118 anni di storia. Un percorso che l’ha trasformata da piccola officina per la lavorazione del ferro a uno dei marchi italiani più noti nel settore HVAC.
Un’azienda che ha dovuto cambiare pelle più di una volta per adattarsi alle esigenze del mercato, e che anno dopo anno sta portando i frutti attesi. Galletti è proiettata per quest’anno a raggiungere i 60 milioni di euro di fatturato con una squadra di 250 persone.
Sono parte integrante della “famiglia” anche i 50 dipendenti dell’azienda Cetra di Altedo, parte del Gruppo Galletti, azienda focalizzata sul trattamento dell’aria. E l’obiettivo è di non fermarsi qui, ma di continuare a rafforzare questo gruppo che ha l’ambizione di potere giocarsi la propria partita nel settore HVAC puntando su flessibilità, reattività, ascolto del cliente al centro del processo di innovazione.
Abbiamo chiesto all’Amministratore Delegato, Michele Galletti di raccontarci obiettivi e strategie del Gruppo.
Qual è la vision imprenditoriale e quali sono i valori alla base dell’azienda?

«Galletti ha deciso di restare coerente rispetto al lungo percorso che l’ha portata fino a qui e di continuare a crescere con le proprie gambe. L’azienda è saldamente in mano alla famiglia Galletti, fiera di essere rimasta interamente italiana. Siamo convinti di avere tutte le competenze per continuare a crescere e potere dire la nostra.
I valori che da sempre rappresentano una solida base dell’azienda e che vogliamo ci accompagnino anche per il futuro sono la serietà verso i nostri interlocutori, il metterci la faccia sempre, lo stringere relazioni durature basate sulla fiducia, la tenacia, lo stretto legame col territorio, e ovviamente il “made in Italy” che noi in realtà abbiamo declinato sul “made in Bologna”.
Parlando di relazioni durature vogliamo sottolineare come quest’anno abbiamo festeggiato con un nostro partner estero, per la seconda volta nella storia di Galletti, i 30 anni di collaborazione insieme. Questa è forse la migliore cartina di tornasole per fare capire come Galletti da sempre fa business in questo mercato».
Quali sono le ultime tendenze del vostro mercato di riferimento?
«Attualmente l’argomento tecnico del quale ancora si parla più di tutti è quello dei nuovi refrigeranti a basso GWP per i chiller e le pompe di calore. Per la visione che abbiamo oggi dello scenario futuro abbiamo scelto di sviluppare tutti i nuovi prodotti utilizzando i refrigeranti naturali A3 in particolare il propano (R290) proprio in virtù del suo bassissimo GWP».
Su quali prodotti state puntando negli ultimi tempi?
«Da anni abbiamo intrapreso un percorso di sviluppo che oggi trova la sua espressione nel concetto di Advanced Design. Con questo termine intendiamo lo sviluppo di soluzioni che sono state concepite volgendo lo sguardo verso uno scenario di lungo periodo, sforzandosi di comprendere in anticipo quali saranno le future esigenze dei nostri interlocutori.
In particolare abbiamo portato avanti in parallelo una ricerca sulle forme, sui materiali e sulle soluzioni tecnologiche. Siamo partiti qualche anno fa dalla famiglia dei terminali idronici che meglio si prestava a questo tipo di approccio per poi estenderlo anche ai chiller e alle pompe di calore. Siamo solo all’inizio del percorso, però già solo avere chiara la direzione alla quale puntare e avere definito i vari passi che ci dovranno portare là, è un’ottima punto di partenza».

Chi sono i vostri principali interlocutori?
«Oggi Galletti, così come le altre realtà che fanno parte del Gruppo, restano focalizzate sul B2B quindi i suoi interlocutori di elezione sono progettisti termotecnici, installatori e contractors. Ci stiamo spostando verso soluzioni sempre più complesse e caratterizzate da potenze sempre maggiori, pensate soprattutto per settori quali il grande residenziale, il commerciale, l’industriale.
Si tratta di applicazioni per le quali figure tecniche di spessore sono fondamentali per fare in modo che tutto il sistema composto da generatore e impianto garantisca i livelli di prestazione e efficienza richiesti. Per questo gli interlocutori tecnici del settore restano il nostro target principale».
Quali strumenti avete sviluppato per supportare i progettisti nella scelta di macchine e sistemi?
«Ormai da molti anni tutte le aziende del Gruppo Galletti utilizzano un software sviluppato internamente per il calcolo, la configurazione e la generazione dell’offerta di tutti i prodotti a catalogo, quindi nel caso di galletti di tutti i terminali idronici e dei chiller e pompe di calore.
Recentemente questo software è stato arricchito con l’integrazione in fase di offerta di tutta la documentazione tecnica relativa ai prodotti selezionati e proprio in questo momento stiamo lavorando per integrarlo con la nuova piattaforma CRM aziendale. A tutti gli effetti strumenti come questo software fanno parte del nostro “sistema prodotto”».
Perché il design può rappresentare una carta vincente anche nello sviluppo di prodotti tecnici?
«Innanzitutto, bisogna evitare di pensare che il termine “design” equivalga a “estetica”, errore in cui ci siamo imbattuti anche noi all’inizio di questo percorso. In realtà “design” significa “progettazione”: in particolare si tratta di una progettazione per la quale l’azienda deve essere in grado di coniugare le opportunità di business, la fattibilità tecnica e per ultimo quello che rappresenta un valore per il cliente.
È un approccio non auto-referenziale nel quale c’è un primo importante focus sul cliente dell’azienda. Questo concetto viene ulteriormente stressato con l’approccio dell’Advanced Design per il quale il cliente entra direttamente a fare parte del processo di sviluppo. Questo come detto è l’ultimo step che Galletti ha intrapreso nel suo percorso di evoluzione continua».

Quali iniziative avete in programma per la formazione di progettisti e installatori?
«Ogni anno vengono organizzati sia in azienda sia all’esterno numerosi corsi di formazione focalizzati sia sulle soluzioni offerte da Galletti che sulle tecnologie che ne sono alla base. Il target sono progettisti termotecnici e installatori sia del mercato italiano che dei mercati esteri nei quali Galletti è presente.
Prediligiamo sempre quando possibile il corso di formazione organizzato in sede per poter fare toccare con mano ai nostri ospiti sia i prodotti sia i processi produttivi che garantiscono la qualità di ciò che realizziamo».
Qual è il vostro approccio alla ricerca di nuovi prodotti e soluzioni? Abbiamo già raccontato come Galletti abbia intrapreso il percorso dell’Advanced Design.
«Alla base di questo percorso c’è un modo nuovo di fare innovazione detta “Open innovation” che consiste nel creare una rete di competenze che vengono messe a fattore comune per generare una soluzione innovativa. L’azienda non è più l’unica depositaria del processo di innovazione ma rappresenta il catalizzatore che mette insieme tutti questi attori. Fra questi occupano un ruolo di rilievo alcuni team dell’Università di Bologna che operano sia nel campo dell’Advanced Design sia della Fisica Tecnica e dell’Ingegneria Energetica che hanno avuto una parte fondamentale nello sviluppo di alcuni degli ultimi progetti presentati al mercato».
Con quali attività state affrontando la transizione energetica nei vostri stabilimenti?
«Anche in questo caso possiamo affermare che stiamo da anni seguendo un percorso virtuoso che ha l’obiettivo di portarci a ridurre sempre di più la nostra impronta di carbonio e quindi aumentare la “sostenibilità” delle nostre soluzioni.
Oggi possiamo affermare con soddisfazione che, in un anno, la quantità di energia elettrica utilizzata dall’azienda equivale a quanto prodotto dal nostro impianto fotovoltaico (nel 2022 1.110 kWh prodotti con un consumo di 1.165 kWh). Tutti i miglioramenti in questi anni sulle attrezzature produttive e sull’involucro degli stabilimenti sono stati pianificati ed eseguiti nell’ottica della riduzione dell’impronta ambientale.
Un importante risultato in questo senso è stato l’ottenimento della certificazione ambientale che noi consideriamo solo una tappa lungo questo percorso che ci deve spronare a non fermarci mai per arrivare un giorno alla piena neutralità energetica».